E se ne stava lì, con le narici fumanti e gli occhi gialli su di me, tranquillo ma intimamente incazzato... tra le fauci un brandello rosso, resto dell'ultimo pasto. Sopra gli artigli, affondati nella roccia, muscoli tesi pronti al salto. Dietro di lui un cielo nero come la pece, il suo preferito.

lunedì, novembre 07, 2005

PENSIERO ISLAMICO

RAGAZZI SO CHE E' UN PO' LUNGO MA LEGGETELO NE VALE LA PENA... SPECIALMENTE DI QUESTI TEMPI.


Intervista all’antropologa Ida Magli. A Parigi la settima notte di guerriglia e spari contro gli agenti«LE CULTURE NON SI INTEGRANO. NOI COME LA FRANCIA»

Qualche anno fa un autorevole leader musulmano, rivolgendosi ai suoi interlocutori cristiani, dichiarò: «Grazie alle vostre leggi democratiche vi invaderemo, grazie alle nostre leggi religiose vi domineremo». Questa sinistra affermazione o meglio, minaccia, sembra si stia attuando nella quasi totale indifferenza generale. La scorsa settimana una cellula terroristica islamica è riuscita ad introdurre in Francia, attraverso la Georgia e la Turchia, alcuni missili di fabbricazione russa destinati a compiere attentati terroristici all’aeroporto principale francese, come ha riportato Le Figarò.Nessun giornale italiano ha dato risalto alla notizia. Eventi di gravità anche minore, accaduti in questi ultimi mesi, dovrebbero farci comprendere come le parole del leader islamico non siano solo una minaccia ma una realtà di cui bisogna prendere atto. Affinché l’Europa si accorga della serietà del problema è necessario che qualcuno perda la vita: siamo talmente abituati alle fatwa, i verdetti giuridici islamici, che ormai non indignano più nessuno. Solo qualche morte cruenta, di tanto in tanto, scuote le nostre coscienze per un periodo sempre troppo breve, non ci rendiamo conto, infatti, che a morire non sono solo le persone ma anche i principi su cui ognuno di noi basa la propria vita e la propria libertà.I Paesi scandinavi sembrano i più colpiti dall’integralismo islamico, come attestano diversi episodi di queste ultime settimane e l’elevato numero di “apostati” obbligati a vivere in clandestinità. Uno scrittore danese chiede ad alcuni artisti di illustrare un libro sulla vita di Maometto, ma alle prime minacce di matrice islamica gli illustratori rinunciano all’incarico. L’autore scrive una lettera di protesta al Jyllands-Posten, quotidiano nazionale danese, denunciando tale violazione alla libertà di espressione. Il giornale invita 40 cartonisti ad inviare le loro illustrazioni, ma solo in dodici accettano la sfida. La pubblicazione delle vignette di Maometto sul Jyllands-Posten, manda in fibrillazione la comunità islamica che, nel giro di qualche ora, riesce ad organizzare una manifestazione composta da circa 5.000 musulmani furiosi. Fouad Al-Barazi, imam della moschea di Hejrevej, dichiara: «Abbiamo paura che la pubblicazione delle vignette possa indurre i giovani a compiere atti di estremismo», ne pretende quindi la rimozione, esige le scuse formali da parte del quotidiano e il coinvolgimento del Primo Ministro.Non trattandosi dell’Italia, il giornale non solo rifiuta di rimuovere le caricature di Maometto ma anche di scusarsi; così come il Primo Ministro, appellandosi alla libertà di espressione, respinge le richieste degli islamici. Tale rifiuto genera ulteriori minacce via internet accompagnate da immagini eloquenti - la bandiera e la mappa della Danimarca insanguinate - nonché l’intervento di undici ambasciatori musulmani e di varie organizzazioni islamiche internazionali, come se non avessero questioni più importanti da risolvere, vedi lotta al terrorismo e violazione dei diritti umani nei Paesi islamici.Agli inizi di quest’anno ad alcuni giovani olandesi viene proibito di apporre la bandiera nazionale sulle cartelle perché, secondo gli insegnanti, tale gesto avrebbe potuto provocare gli studenti islamici, prevalentemente marocchini. Di contro, molti ragazzi musulmani nello stesso periodo ostentavano su diari e cartelle la fotografia dell’assassino di Theo Van Gogh, da loro considerato un “eroe”.Qualche mese fa un quotidiano norvegese, l’Aften Posten, pubblica la notizia di un insegnante a cui è stato proibito portare al collo la stella di David per non urtare la suscettibilità degli studenti palestinesi. Il 4 ottobre scorso, riporta la Cnn, alcuni detenuti islamici hanno preteso che le guardie si disfacessero di spille con l’emblema di San Giorgio, la croce rossa in campo bianco, poiché rammentava loro avvenimenti accaduti secoli addietro. La stessa emittente, in un sondaggio, chiede ai lettori se “sia giunta l’ora che l’Inghilterra cambi la bandiera nazionale”! Nello stesso periodo un cittadino inglese ha dovuto rimuovere la bandiera britannica dal proprio cortile a causa delle lamentele dei vicini pachistani. Il 19 ottobre il Dudley Council, in seguito alla protesta di alcune musulmane, chiede ai propri impiegati di far sparire tazze e confezioni di fazzoletti di carta ritraenti l’immagine di un famoso maialino dei cartoni animati.Mesi addietro, una catena di fast food americana fa ritirare dal mercato, con ingenti perdite, un particolare tipo di gelato in quanto gli islamici sostenevano che l’immagine riportata sulla confezione, se guardata da una particolare angolazione, ricordava la parola “Allah”.In tutti gli episodi elencati, oltre al totale disprezzo per le leggi occidentali, emerge un modus operandi basato sul ricatto: il musulmano si comporterà bene solo se potrà vivere la propria religione così come la Sharia comanda. Limitare la costruzione di altre moschee alimenterebbe l’integralismo, infatti Ali Baba Faye, coordinatore nazionale del Forum “Fratelli d’Italia” dei Ds e membro della delegazione dei musulmani italiani, dichiara: «Porre freni alla costruzione delle moschee moltiplica le aree dell’estremismo».Proibire burqa o niqab significherebbe ricevere ogni genere di fatwa, come è accaduto al ministro per l’Integrazione e l’Immigrazione olandese, Rita Verdonk, minacciata di morte. Permettere la pubblicazione di vignette “blasfeme” vuol dire condannare il popolo a subire attentati, scrivere libri e articoli critici verso il Credo islamico può costare la vita, espellere predicatori di odio fomenterebbe il terrorismo. È come essere costantemente seduti sopra una bomba. E affinché non esploda, alle comunità islamiche viene concesso tutto. Questa è proprio la previsione del leader islamico: «Grazie alle vostre leggi democratiche vi invaderemo, grazie alle nostre leggi religiose vi domineremo».

1 Comments:

Blogger .:[sundaydriver]:. said...

Semplicemente agghiacciante. Per non parlare del trattamento che viene riservato agli occidentali in paesi arabi cosiddetti moderati, e sottolineo il cosiddetti, tipo l'Egitto, che pure sul turismo fondano parte della loro economia. Del resto la xenofobia destrorsa e il malinteso concetto di solidarietà sinistrorsi non fanno altro che avvantaggiare l'avanzata islamica. Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur. Possiamo soltanto cercare di difendere la nostra libertà di espressione, che ci siamo guadagnati con sangue, sudore e lacrime. Anche dai nostri blog.

5:14 PM

 

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