E se ne stava lì, con le narici fumanti e gli occhi gialli su di me, tranquillo ma intimamente incazzato... tra le fauci un brandello rosso, resto dell'ultimo pasto. Sopra gli artigli, affondati nella roccia, muscoli tesi pronti al salto. Dietro di lui un cielo nero come la pece, il suo preferito.

mercoledì, marzo 07, 2007

TUTTI IN CODA...

Questa sera ero in auto, stavo tornando a casa dalla stazione, verso le sette e mezza; il tempo uggioso e buio conciliava riflessioni di vario genere, quando ecco che dopo un pò di tempo che la strada scorreva troppo lenta sotto le ruote del mio Pandino mi sono reso conto che da chilometri ero in coda ad un camion, e mi son detto che alla fine si è sempre in coda. In coda per strada, in posta, al bar e anche al cinema il sabato sera, quando ci si dovrebbe svagare, anche li c'è da fare coda. Il mio sguardo si perdeva sulle luci rosse degli stop di un suv che mi precedeva, le osservava diventare sempre più grandi e sgranate fino al successivo colpo di tergicristallo che riportava la visione allo stato normale, poi altra pioggia e altra spazzola, e via così, e mi son sentito triste. Molti di noi sono fortunati, hanno tutto, auto, tv color lcd, gioielli e mp3 di ultima generazione (cose terrene), amicizia e amore (cose ultraterrene), ma non hanno il tempo, o tantomeno lo spazio. Cerchiamo case grandi, facciamo mutui di 30 anni che pendono sulla testa come enormi spade di damocle per poi ridurci a penare nervosi in uno scatolino su ruote.
Spero, forse è una utopia anzi probabilmente lo è o lo diventerà, di avere un giorno magari una casetta striminzita in legno ma poter uscire di casa senza dover correre perchè mi spingono o andare piano perchè non posso superare.
Lofoten, aspettatemi...

IL FESTIVAL DI SAN PIPPO

RICEVO E INOLTRO, GRAZIE SHAFT!!!

Acrobazie contabili della Rai per accontentare Pippo BaudoViale Mazzini alle prese con i costi del Festivaldi Sergio MenicucciCanzoni o soldi? Tutto nasce dalla Finanziaria. O meglio dalla deroga della Finanziaria decisa per decreto da parte del ministro della Pubblica amministrazione Luigi Nicolais. Il Parlamento vara un provvedimento complesso con 1364 commi e il governo Prodi alla prima necessità rosicchia una norma. Anzi l’annulla. Per la Rai, azienda del servizio pubblico, con capitale al 99 per cento del ministero del Tesoro, era previsto un tetto per i compensi dei suoi collaboratori: il limite era di 272 mila euro. Tradotti in vecchie lire ben oltre i cinquecento milioni. Poiché Sanremo incombeva e bisognava far firmare i contratti ai vari personaggi dello spettacolo al più presto, il direttore generale di viale Mazzini, il margheritino Claudio Cappon, faceva presente che il Superpippo nazionale (ex dc ma molto attivo a favore della Margherita in queste ultime tornate) e la bella Michelle Hunziker non potevano programmare il Festival senza garanzie economiche. Le loro prestazioni erano già state concordate da mesi e sforavano il tetto previsto dalla Finanziaria.
Palazzo Chigi non ha battuto ciglio ai richiami degli “amici” e ha dato via libera a Palazzo Vidoni per mettere in campo un salvataggio. Un decreto ministeriale per sancire che il tetto dei compensi non vale per la Rai. Prima applicazione Sanremo. Naturalmente Pippo Baudo e la Hunziker facevano sapere che avrebbero condotto il Festival anche gratis. Tanto sapevano benissimo che il riscontro mediatico e pubblicitario avrebbe fatto il resto. Cinque giornate con una media di oltre otto-dieci milioni di ascolto attirerebbero qualsiasi artista. Ma tra il dire e il fare ci sono di mezzo tante cose e allora sembrava quasi un atto di lesa maestà lasciare gli artisti senza un adeguato compenso. Per Pippo Baudo 700 mila euro solo per la prestazione artistica, alla quale si aggiungono le voci come rimborsi spese e i proventi derivanti dagli spot pubblicitari. Per la Hunziker, prestata alla Rai da Mediaset dove dopo “Striscia la notizia” conduceva anche “Paperissima”, un milione e 70 mila euro ma tutto compreso (staff personale, guardie del corpo, vitto e alloggio) e compresa anche la canzone “Adesso tu” del suo ex marito Eros Ramazzotti, dedicata alla figlia.Per il comico Piero Chiambretti, prestato da La 7, il compenso per il dopofestival è più modesto ma sempre dell’ordine dei 200-300 mila euro. E a scendere ecco un’altra cascata di soldi: per il comico Paolo Rossi (ha cantato la canzone di Rino Gaetano: In Italia si sta male, anzi si sta bene anziché no) per la cantante Norah Jones, il duo di comici Ficarra e Picone che hanno regalato una risata contro la mafia ricordando il prete Pino Puglisi ucciso perché dava fastidio, per il gruppo dei Take-That che hanno “perso” Robbie Williams, per il comico Max Tortora.
Solo per gli orchestrali 52 euro al giorno per 40 giornate.Non ci stanno però 50 precari co.co.co calabresi (800 euro al mese quando va bene) che hanno scritto al Ministro Tommaso Padoa-Schioppa. L’azionista del dicastero di via XX Settembre ha risposto dicendosi “amareggiato” ma la scelta è dei vertici della Rai. “Non sono d’accordo che un’azienda pubblica possa offrire cachet così alti” ha precisato TPS ma è “un’autonoma decisione” di viale Mazzini.E non ci sta nemmeno il presidente del Coni Gianni Petrucci che vede invece a rischio 110 dei 450 milioni di euro destinati allo sport italiano in base al decreto Bersani. Critico anche il Codacons che chiede alla Corte dei Conti di non “ammettere alla registrazione” la circolare del Ministro Nicolais. Pippo Baudo dopo aver pianto miseria (dichiarando che prende il 40% in meno di altri colleghi che lo hanno preceduto a Sanremo, è disposto a restituire il compenso se qualcuno glielo chiede per il bene del Paese) si consola, a parte la bestemmia in onda, con il boom d’ascolti della seconda serata. Un 46,37 di share dovuto al cambio di ritmo, all’impegno di alcuni artisti come Fabrizio Moro che ha dedicato la canzone a Falcone e Borsellino e “a tutti gli uomini che si sono sacrificati per la libertà”.